L’ufficio postale
Il piccolo Amal è gravemente malato e il dottore – un uomo che parla per citazioni – ordina allo zio adottivo di non farlo uscire di casa. Attraverso l’unica finestra aperta, il bambino si confronta con una variegata umanità, fa amicizia con tutti e fantastica su quello che potrebbe fare e diventare una volta guarito. Dopo aver scoperto che di fronte alla casa c’è un ufficio postale del re, il bambino sogna di ricevere una lettera del sovrano. Il malvagio capo del villaggio cerca di farsi beffe del ragazzino ma qualcosa di inaspettato sta per accadere.
In L’ufficio postale, il piccolo Amal stabilisce un legame con numerosi estranei con la spontaneità e l’incoscienza tipica della maggior parte dei bambini. L’opera svela il pensiero di Tagore sulla libertà. Essendo malato, il piccolo è confinato per ordine del dottore e non gli è permesso uscire di casa. Osserva il mondo scorrere, mentre fa amicizia con i passanti: un venditore di cagliate, una guardia, una piccola fioraia e un vecchio.
Anche se è fisicamente prigioniero, non lo è in senso spirituale o creativo. La sua florida immaginazione, insieme alla sua disarmante affabilità, lo fa entrare nel cuore di persone apparentemente disparate.
Amal è l’incarnazione del cuore di un bambino che non è ancora stato contaminato dalle divisioni di classe sociale o economica create dall’uomo. Così può mescolarsi con i suoi simili con assoluta facilità e senza alcun senso di distacco.
L’opera fu tradotta in francese da André Gide e letta, in versione radiofonica, la sera prima che Parigi venisse occupata dai tedeschi. Fu anche allestita all’interno del Ghetto di Varsavia.
(tratto dall’articolo Freedom in Tagore’s Play di Bhaswati Ghosh pubblicato sul sito https://www.parabaas.com)
Per eventuali allestimenti, oltre a contattare la traduttrice, è possibile compilare la prima pagina del modulo scaricabile QUI e consegnarlo alla propria SIAE di zona.
Il testo è registrato presso la SIAE con il codice opera 962501A
In alcune occasioni il testo è stato allestito anche solo da ragazzi.
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