La moglie del commissario
La Signora Montbrisard, moglie del commissario, è quella che si potrebbe definire una martire. Per soddisfare l’ambizione del marito, un intransigente idiota di mezza età, ha ben pensato di concedere le sue grazie al giovane Gaston, e perché poi? Non per il classico motivo per cui lo farebbero altre donne e nemmeno per un capriccio personale, no, semplicemente perché lo zio di Gaston è Ministro degli Interni e da lui dipendono le nomine dei commissari di polizia, ruolo a cui Montbrisard aspira ardentemente! […]
Vale la pena notare che uno dei pregi di Maurice Hennequin è l’essere riuscito a concepire un terzo atto eccezionale. Di solito, quando i vaudevillisti arrivano al terzo atto, lo spettatore assiste a un crollo verticale della struttura della pièce; il terzo atto che abbiamo visto al Teatro Cluny era invece straordinario. È ambientato in commissariato e Montbrisard, sospettando un tradimento della moglie, la sottopone a un controinterrogatorio che fa sbellicare il pubblico dall’inizio alla fine, anche se scandalizza i tradizionalisti.
(articolo apparso sul quotidiano «The Era» del 03 settembre 1892)
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